Nel dedalo di viottoli che caratterizza il centro medievale di Chieri, la chiesa di San Domenico merita una visita. Di fronte, un porticato conduce ad un grazioso cortiletto su cui si affacciano alcune boutique e l’accesso al ristorante situato al primo piano della vecchia tintura. Salendo i gradini della scala ci si sente subito a casa. Sensazione di benessere confermata sin dall’accoglienza calorosa e amichevole in questa enclave raffinata dove muri in cotto, travi in legno, vecchie credenze, tappeti e oggetti d’arte moderna si integrano dando calore all’ambiente. Numerose le opere in vetro-fusione di Silvio Vigliaturo, il cui percorso artistico è intimamente legato al luogo; il suo laboratorio è poco distante. Tavoli rotondi distanziati a dovere, tovagliato e mise en place di classe; colpisce l’apparecchiatura alla francese, sempre più rara e segno di distinzione, così come le belle posate da pesce che, troppo spesso, ancora latitano in Piemonte. Un probabile retaggio della nostra tradizione, poco marinara? Rosita riceve in modo semplice e professionale, mai lezioso o distaccato e Angelo, da buon padrone di casa, esce dalla cucina per proporre i suoi piatti e guidare gli ospiti. In una zona fortemente legata alle tradizioni e all’identità territoriale, sin dalla nascita del locale nel 1995, ha saputo conciliare le due anime della sua vita e della sua formazione professionale, sarda e piemontese. Il mare, i profumi e la tradizione agro-pastorale della terra natia, le materie prime e la robustezza della regione d’adozione, conditi con la passione e la creatività di chi da sempre si adopera per fare stare bene il commensale che presto diventa un amico. In quest’estate più simile a un autunno anticipato, la passeggiata da Torino alla collina avrebbe dovuto portarci alla ricerca della frescura ma la serata piovosa, uggiosa, vedeva l’elegante sala da pranzo come rifugio dalle intemperie e scrigno per un eccellente percorso “tutto pesce”. Bocconcini di merluzzo che ci riportano ai creoli “accras de morue”, calamaretti fritti, leggeri, eterei; i paccheri all’astice con pomodorini dell’orto di Baldissero, una delizia che ci ricorda quanto le cose semplici, se perfette, possano diventare eccezionali: materia prima, profumi e piacere! La spigola su pietra di mare bollente e il suo bouquet aromatico su crema di piselli è da raccomandare a chiunque voglia tuffarsi idealmente nel Mediterraneo. Il magnum di Charles Lafitte, Cuvée Spéciale, ci accompagna, esaltando il tutto e si trova perfettamente a suo agio anche sul vitello tonnato, inserito nella consecutio marina, per rilevare quanto il tonno di Carloforte nella salsa impreziosisca il classico dei classici degli antipasti piemontesi. Ottimi pane e focaccia fatti in casa, stupendi rubatà e una crème brûlée al lime, che rimarrà per molto tempo nella nostra memoria. La carta dei vini è quanto c’è di meglio e una visita alla cantina si impone. Angelo abbina tutte le doti di un bravo sommelier, passione e conoscenza. Quanti chef possono dirne altrettanto? Alcuni numeri da capogiro per inquadrare questa autentica caverna di Alì Baba, 1550 etichette di cui una pletora di Champagne, 300 distillati e tanti grandi formati: magnum, jéroboam ed altri mathusalem. E ovviamente, non sono dimenticate le realtà locali con la Freisa di Chieri, ça va sans dire! Menu del territorio da 40 € e molta felicità! A presto. Sandomenico Via San Domenico 2/b Chieri tel.011/941.18.64